Cosa possono fare i genitori per aiutarli?
L’autostima corrisponde all’idea che ognuno ha di sé, al valore che ci si riconosce e ci si attribuisce, alla fiducia che si ripone nelle proprie capacità, al grado di accettazione di sé e alla consapevolezza di essere in grado di affrontare le proprie esperienze di vita.
Avere un buon livello di autostima riveste un’importanza centrale in adolescenza, in quanto permette agli adolescenti, se pur con difficoltà, dubbi o incertezze tipici di questa fase della vita, di affrontare le sfide della crescita, di relazionarsi con i coetanei, di fare scelte e prendere decisioni, di sperimentarsi e di muoversi nel mondo con curiosità e sicurezza.
L’autostima va nutrita sempre, sin dalla primissima infanzia, in modo tale che, quando si arriva all’adolescenza, si abbiano già delle basi solide, che permettano la costruzione della propria identità e lo sviluppo di un senso di fiducia verso il mondo esterno e verso le proprie capacità.
I nostri ragazzi anche quando giocano a fare i “grandi” e si mostrano sicuri e indipendenti, in realtà hanno fortemente bisogno di essere sostenuti, soprattutto da un punto di vista emotivo, di essere apprezzati e valorizzati dagli adulti di riferimento, di sentirsi accettati dal gruppo dei coetanei.
È necessario che i genitori di adolescenti siano consapevoli dell’importanza del loro ruolo: le loro reazioni e i loro comportamenti hanno un peso per i loro figli, li condizionano profondamente. Per un figlio sapere che un genitore prova stima e fiducia in lui, che lo accetta e che crede nelle sue potenzialità, rappresenta una condizione necessaria per provare stima nei propri confronti e per sentirsi sicuro di se’.
Segnali di insicurezza e di bassa autostima in un adolescente:
assume una postura di chiusura (ad esempio, cammina con la testa china verso il basso e con le spalle curve); ha uno sguardo sfuggente, non guarda negli occhi i suoi interlocutori; utilizza un tono di voce sommesso o interviene poco nelle conversazioni.
appare timido e ritirato oppure, al contrario, è irritabile, spavaldo ed aggressivo.
non prende iniziativa nelle attività o nelle relazioni con gli altri.
è chiuso in se stesso, si estranea dal gruppo dei coetanei e preferisce attività solitarie.
si mostra rinunciatario e passivo; teme i cambiamenti; evita situazioni in cui sente di non essere all’altezza o percepisce di essere esposto al giudizio.
ricerca conferme e approvazioni.
si mette spesso in confronto con i coetanei, rispetto ai quali sperimenta senso di inadeguatezza ed inferiorità.
ha difficoltà a gestire le frustrazioni e gli insuccessi; si demoralizza o ha reazioni emotive intense quando riceve delle critiche oppure quando si percepisce al centro dell’attenzione.
ha una opinione negativa di se stesso; tende a sminuirsi e a sottovalutare le sue potenzialità e le sue risorse.
i suoi pensieri sono spesso caratterizzati negatività e pessimismo (convinto che tutte le attività che deve svolgere siano destinate ad avere esito fallimentare).
teme di sbagliare, non farcela o fallire.
si pone troppe domande; torna e ritorna sugli stessi argomenti e sulle stesse situazioni.
Suggerimenti per favorire sicurezza ed autostima negli adolescenti
- Osservare ed ascoltare
Per entrare in connessione con i nostri figli adolescenti, è necessario osservare (comportamenti, atteggiamenti, gesti, abitudini, scelte) ed ascoltare (come descrivono se stessi, cosa pensano rispetto alle loro capacità ed ai loro limiti, quali sono i loro punti di vista, cosa pensano dei coetanei). I ragazzi, anche se tendono ad allontanarsi da noi e ad essere autonomi, hanno bisogno di sentire che noi ci siamo sempre e comunque per loro, che li accogliamo quando c’è qualcosa che non va e che siamo in grado di sostenerli di fonte alle loro difficoltà.
- Mantenere aperto il dialogo
E’ di enorme importanza creare un terreno fertile affinché i nostri figli si sentano liberi di aprirsi rispetto ai loro malesseri ed alle loro esigenze, così da favorire in noi la comprensione delle motivazioni che possono nascondersi dietro a loro atteggiamenti problematici. È vero che gli adolescenti parlano poco e, se lo fanno, tendono a liquidare la conversazione con risposte del tipo “Non mi va di parlare. Ora non ho tempo. Me la sbrigo da solo” ma, in situazioni come queste, è necessario andare oltre, accogliere e capire le loro resistenze, rispettare i loro tempi e, quando mostrano la volontà di un confronto, ascoltare ciò che hanno da dire senza esprimere giudizi, ma assumendo un atteggiamento empatico e supportivo.
- Non sminuire i loro vissuti
Per entrare in sintonia con i nostri figli adolescenti, dobbiamo cercare di metterci nei loro panni. Affermazioni come “ma dai, che vuoi che sia!” o “non mi sembra così grave, si supera!” non incoraggiano i nostri figli nella gestione delle loro problematiche ma, al contrario, rischiano da una parte di non farli sentire accolti e capiti, dall’altra di portarli ad alzare un muro tra noi e loro. Molto spesso gli adolescenti non sono alla ricerca di soluzioni ma, piuttosto, di sostegno e di supporto emotivo.
- Rinforzare le loro risorse
Molto spesso ci si concentra sugli aspetti problematici dei nostri figli, perdendo di vista le loro risorse ed i loro punti di forza. In questo senso, è bene favorire in loro l’individuazione e la condivisione di potenzialità, capacità e competenze, spronandoli a sperimentarsi ed a mettersi in gioco, soprattutto nelle attività che più li stimolano e da cui traggono maggiore piacere. I limiti non devono essere vissuti come un ostacolo insormontabile, ma come una preziosa opportunità di crescita. E’ necessario che sappiano di doversi impegnare a fondo rispetto all’obiettivo che intendono raggiungere, anche se ci può volere molto tempo e sacrificio, anche se si può cadere e ci si può far male, ma senza mai arrendersi.
- Valorizzare le loro opinioni ed i loro punti vista
E’ importante coinvolgere il più possibile i nostri figli adolescenti nel sistema familiare, così che possano sentire che la loro opinione ed il loro punto di vista hanno valore e rilevanza per noi. In questa fase della loro vita, hanno bisogno di sentire di avere una loro identità, che piano piano si sta definendo e differenziando da quella genitoriale. Di grande efficacia risulta attivare un confronto costruttivo, nel quale non imponiamo le nostre idee, ma lasciamo spazio all’espressione di quelle dei nostri figli.
- Non sostituirsi a loro
Ai nostri figli adolescenti va lasciato spazio di movimento e di autonomia per definire la propria personalità, seguire le proprie aspirazioni, prendere decisioni sulla propria vita, gestire le proprie emozioni e frustrazioni. Se ci sostituiamo a loro, scegliamo per loro, li proteggiamo troppo e gli spianiamo la strada, cresceranno dipendendo da noi, senza mai sentire di poter contare su se stessi e senza mai sperimentare la propria auto-efficacia. Sentire di avercela fatta da soli è la condizione fondamentale per acquisire sicurezza in noi stessi.
- Lodarli, ma non troppo
È importante rinforzare i nostri figli attraverso riconoscimenti ed apprezzamenti, soprattutto quando riescono a superare limiti e difficoltà, così che credano sempre di più in se stessi e nelle loro risorse. Nello stesso tempo, bisogna evitare di esagerare nella comunicazione della nostra stima nei loro confronti, in quanto questo potrebbe generare pressioni emotive, creare la convinzione di essere amati solo a condizione di riuscire ed insinuare la paura di deludere le nostre aspettative e perdere di valore ai nostri occhi.
- Stimolarli, ma senza esagerare
Sebbene sia normale incoraggiare un figlio a reagire di fronte ad una difficoltà, bisogna fare attenzione a non trasmettere, anche senza volerlo, il messaggio che ci si aspetta da lui un certo tipo di reazione ed entro certi tempi. Se lo percepiamo bloccato, aiutiamolo a mettersi in gioco in modo graduale e facendo ricorso a tutte le risorse a sua disposizione, senza pretendere nulla di più di ciò che raggiunge e, al contrario, validandolo per questo.
- Non fare paragoni
Bisogna sempre tener presente che ogni ragazzo è unico nelle sue caratteristiche, nelle sue capacità e nelle sue inclinazioni. In questo senso, si rivela dannoso fare pressioni attraverso confronti continui con i fratelli o con gli amici, in quanto si corre il rischio di comunicare il nostro disappunto, con la conseguenza di generare o alimentare vissuti di inadeguatezza ed inferiorità.