L’adolescenza rappresenta un periodo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, scenario di cambiamenti radicali, sia fisici che psicologici.
In questo passaggio dall’infanzia all’adolescenza i nostri figli vivono un momento di crisi a causa della coesistenza in loro di due tendenze opposte: quella che li spinge verso l’indipendenza e l’acquisizione del ruolo di adulto e quella derivante dalla difficoltà a lasciare il mondo sicuro dell’infanzia e il ruolo di bambino.
Riuscire a superare la crisi adolescenziale vuol dire superare la confusione e l’ambivalenza tipiche di questa fase, per poter dare spazio alla costruzione della propria identità.
Durante l’adolescenza il conflitto che si crea tra genitori e figli rappresenta un processo fondamentale e sano per lo sviluppo dell’individualità dei figli stessi: è proprio attraverso il confronto e lo scontro con le figure di riferimento che l’adolescente getta le basi per costruire la propria personalità.
Da un lato compito dei figli è mettere in discussione i punti di vista e i principi acquisti in modo passivo all’interno della famiglia, dall’altro compito dei genitori è misurare questa spinta al fine di favorire nei loro figli un equilibrio cognitivo ed emotivo di base.
I genitori possono trovarsi a dover affrontare momenti e situazioni in cui si sentono travolti dal modo inconsueto in cui i ragazzi reagiscono e si comportano, preoccupati perché non riconoscono in loro i figli che fino a quel momento hanno avuto accanto.
Questo può provocare nei genitori reazioni di ansia, rabbia o colpa come conseguenza della potente emotività messa in campo dai ragazzi e manifestata generalmente nella forma dell’aggressività e della ribellione oppure della chiusura e dell’isolamento.
Principali “compiti evolutivi” che caratterizzano l’adolescenza
e che possono essere causa di conflitto tra genitori e figli:
Esplorazione
gli adolescenti manifestano il bisogno di esplorare il mondo circostante e, nel farlo, percepire il loro potenziale e i loro limiti. Rispetto a questo, il conflitto può nascere in quanto i genitori non ritengono i loro figli abbastanza preparati e maturi per vivere determinate esperienze, assumersi alcuni rischi e responsabilità, prendere determinate decisioni rispetto alla loro vita.
Separazione:
gli adolescenti hanno la tendenza a creare degli spazi personali in casa, definendo confini precisi tra loro e la famiglia (la loro cameretta, ad esempio, diventa uno spazio il cui accesso è proibito ai genitori). Allo stesso modo, iniziano a passare sempre più tempo fuori casa, con i coetanei o dedicandosi ad attività sportive o ricreative. In questa fase della vita, i nostri figli manifestano il bisogno di delineare un confine psicologico tra loro e i genitori, preferendo condividere con gli amici, dai quali si sentono più capiti e rispecchiati, e lasciando i genitori all’oscuro rispetto alle esperienze che vivono. Questo permette loro di soddisfare il bisogno di appartenenza al gruppo dei pari.
Differenziazione:
gli adolescenti, in questa fase della loro vita, sentono sempre di più il bisogno di definire se stessi in termini di opinioni, punti di vista, attitudini, preferenze, valori, ambizioni e scelte. Il conflitto avviene nel momento in cui i genitori, nel tentativo di guidare i figli in questo processo di affermazione, sono vissuti come ostacolo rispetto alla soddisfazione del loro bisogno.
Opposizione
gli adolescenti, nell’affermare ciò che hanno scoperto e definito di essere, entrano spesso in conflitto con i parametri ed i valori familiari. Questo conflitto è importante perché, solo attraverso la consapevolezza e la messa in discussione di tutto ciò che la famiglia ha trasmesso, i nostri figli potranno decidere “cosa tenere e cosa lasciar andare” di ciò che è stato loro insegnato, non adattandosi passivamente e sviluppando la capacità di analisi e valutazione di tutti e messaggi che arrivano dall’esterno.
Assunzione di responsabilità
gli adolescenti manifestano il bisogno di assumersi responsabilità personali come espressione della loro efficacia ed adeguatezza. Il conflitto nasce nel momento in cui non si mostrano, invece, disponibili e responsabili rispetto ad alcune aspettative espresse dai genitori (rendimento scolastico, collaborazione in casa, ecc).
Suggerimenti per gestire il conflitto con figli adolescenti
- ascoltare e accogliere ciò che i figli hanno da comunicare in termini di bisogni, frustrazioni, disagi, difficoltà e paure.
Questo perché l’adolescente ha bisogno di essere aiutato rispetto alla definizione di se stesso, all’affermazione della propria identità e alla dimostrazione di essere al pari dell’adulto. - curare la qualità della comunicazione in famiglia, scegliendo un linguaggio che non stimoli nei nostri figli posizioni aggressive e/o difensive: vanno evitate frasi valutative, accusatorie o che hanno a che fare con un giudizio sulla persona e non sul comportamento messo in atto.
- monitorare il tono ed il livello emotivo delle discussioni che si attivano con i figli, al fine di evitare un’escalation di rabbia e/o di frustrazione, che risulterebbe inevitabilmente inefficace per la risoluzione del conflitto: quando un confronto si intensifica e c’è il rischio che possa sfociare in violenza verbale e/o fisica, i genitori hanno il compito di modulare il proprio stato emotivo e, se non riescono a farlo nel contesto della discussione, è consigliato interrompere e rimandare ad un momento successivo quando tutti saranno in grado di utilizzare un linguaggio rispettoso e di assumere un atteggiamento costruttivo. Nei conflitti la priorità va data alla gestione dell’emotività e, solo in un secondo momento, all’identificazione di un punto di accordo: “prima la forma e poi i contenuti”.
- regolare il senso di inadeguatezza e di impotenza che si potrebbe sperimentare di fronte alla modalità spesso irruenta con cui gli adolescenti esprimono il loro disagio, a cui potrebbe unirsi un vissuto di rabbia legato alla sensazione che il tentativo di fornire presenza e supporto ai figli risulti sgradito o inutile e che, per questo, venga rifiutato.