Gli specialisti che lavorano con persone che manifestano disagio legato al cibo danno loro una serie di suggerimenti pratici finalizzati a favorire il raggiungimento di un rapporto sano ed equilibrato con il cibo. Tali suggerimenti pratici all’inizio vanno presi come veri e propri esercizi, poi gradualmente diventeranno abitudini consolidate che modificheranno il modo di considerarsi e di approcciare alla vita, permettendo di conquistare un rapporto sano ed equilibrato con il cibo.
Segue una lista dei suggerimenti pratici più comunemente proposti:
Consultare uno specialista:
affidiamoci ad un dietologo\nutrizionista,
che compilerà un piano alimentare adatto a ciascuno di noi, ed impegniamoci a seguirlo in modo preciso e puntuale, rispettando anche i giorni di dieta più stretta, così come quelli di dieta libera, che ci aiuteranno a rilassarci e ad apprezzare un regime di equilibrio alimentare.
Mettere nero su bianco il piano alimentare:
definire un piano alimentare personalizzato da attuare,
che risulti il più possibile realistico, concreto e dettagliato e nel quale vengano specificati obiettivi da raggiungere, così come mezzi e tempi per riuscirci.
Se si fallisce in questa fase, è piuttosto inevitabile che si verifichi un fallimento poi nel piano generale di dimagrimento, tuttavia non bisogna dimenticare che la vita non può trasformarsi esclusivamente in una dieta da seguire e non dobbiamo mai farci ossessionare né mettere i nostri impegni in stand-by fin quando non abbiamo raggiunto i nostri obiettivi.
Bisogna integrare la dieta e l’attività fisica nel proprio stile di vita, cercando di godersi il percorso e i risultati dei propri sforzi, giorno dopo giorno, adottando un atteggiamento mentale realistico e cauto.
Ognuno di noi è diverso
per cui, di fronte alla necessità di dimagrire
è opportuno che ciascuno adatti la propria dieta alle proprie preferenze, abitudini, carattere e stile di vita.
A questo fine, è fondamentale seguire le indicazioni fornite dallo specialista.
Dare spazio alle emozioni:
per dimagrire è necessario recuperare la dimensione emotiva,
lasciarla esprimere apertamente e liberamente, altrimenti si corre il rischio di condannarsi ad una vita frustrante, che spesso si può tradurre in bisogno di sentirsi appagati attraverso il cibo.
Mettere a tacere un’emozione, di qualunque tipo essa sia, vuol dire reprimere un’energia vitale che, a lungo inespressa, si trasforma in fame emotiva.
Se vogliamo dimagrire, dobbiamo imparare a riconoscere le nostre emozioni ed a viverle in modo sano e funzionale.
A questo fine, possono risultare utili alcune operazioni:
- Dare meno spazio alla logica e più importanza alle sensazioni: se ci accade qualcosa di fastidioso, anziché cercare spiegazioni e giustificazioni, concentriamoci su ciò che sentiamo. Cosa provo? A cosa assomiglia? In quale momento mi sono già sentita così?
- Collegare le emozioni che proviamo ad una zona del corpo: la paura si sente nella pancia, l’ansia nel petto, il dolore negli occhi. Localizzare le emozioni in una parte o in un distretto del corpo renderà più facile individuarle, facendole affiorare senza che si traducano in chili di troppo.
- Chiedersi di cosa abbiamo fame: è una semplice domanda da porsi quando siamo tormentati da un eterno languorino. Di cosa ho davvero fame? Qual è il mio vero bisogno? Affetto, compagnia, gratificazione…
- Manifestare le nostre emozioni per quello che sono: silenzi, musi lunghi o sottili provocazioni sono tutti modi per esprimere contrarietà, delusione o rabbia ma, non essendo chiari, rischiano di innescare circoli viziosi che non fanno altro che aumentare la fame e mantenere il disagio. In questo modo, da una parte il conflitto si mantiene nascosto e le vere ragioni che ci fanno star male rimangono irrisolte, dall’altra col tempo esse lavorano dentro di noi, creando blocchi e frustrazioni e spingendoci ad usare il cibo come compensazione.
- Non fingere che tutto vada bene: per amore del quieto vivere, si tace facendo buon viso a cattivo gioco. Questo atteggiamento rischia di trasformare i rapporti in autentiche bombe ad orologeria e l’insoddisfazione che ne deriva porta a non essere mai sazi.
Costruirsi una sana idea di sé:
da una parte è certo che stare bene con se stessi da un punto di vista estetico aiuta sia nella dimensione individuale che nella sfera relazionale, dall’altra è necessario essere coscienti che questo è solo il primo passo per costruire l’autostima ed una soddisfacente idea di sé.
In questo senso, porsi degli obiettivi realistici con la bilancia, così come da un punto di vista prettamente psicologico, è d’obbligo prima di iniziare una dieta: non è perdere qualche chilo che deve farci sentire forti e sicuri di noi stessi o farci credere che troveremo tanti amici o un fidanzato/a, quanto piuttosto prendere consapevolezza di noi e dei nostri funzionamenti problematici (emozioni e pensieri negativi), così da essere in grado di gestire gli stati negativi attraverso modalità funzionali.
Non abusare della bilancia,
in quanto spesso pesarsi può diventare un gesto compulsivo,
così come guardarsi sempre allo specchio o nascondere il corpo sotto i vestiti di due taglie in più.
Perdere peso dipende solo da noi,
per cui è possibile solo se siamo noi a volerlo, solo se siamo motivati ed impegnati, solo se assumiamo un atteggiamento fiducioso e positivo rispetto alla possibilità di riuscirci.
Avere pazienza:
concedersi tempo per dimagrire…
così come i chili non sono stati guadagnati in un solo giorno, non se ne andranno magicamente in una notte!
Va valutato che l’organismo tende a conservare il grasso accumulato come strategia di sopravvivenza e che, quindi, gli occorre tempo per invertire questa rotta.
La dieta non è una prigione
per cui è assolutamente lecito concedersi un pasto libero in cui allentare le restrizioni imposte dalla dieta, con la conseguenza che sarà molto più facile mantenere la dieta stessa
Premi e coccole a volontà:
premiamoci quando iniziamo a perdere peso, ma non con il cibo!
Dobbiamo imparare a darci premi o farci coccole salutari (ad esempio un vestito nuovo oppure un massaggio rilassante). Non deve farci sentire felici soltanto il cibo: questo è l’errore principale che conduce spesso a riprendere il peso perso.
Mangiare con calma:
a chi non capita di mangiare in piedi o davanti a tv, computer o cellulare?
Comportamento errato, in quanto la regola generale se si vuole dimagrire è che il cibo va guardato, annusato, assaporato e masticato molto lentamente.
Mangiare lentamente consente di far dilatare gradualmente lo stomaco, assimilare meglio quel che si mangia, digerirlo più facilmente e svuotare meglio l’intestino. Se si mastica male, allo stomaco arrivano pezzi interi di cibo, che richiedono un maggior lavoro intestinale, con fermentazioni e gonfiore, che impediscono una corretta digestione ed assimilazione.
Migliorare il proprio stile di vita:
dimagrire non significa seguire una dieta per qualche settimana e poi darsi di nuovo alla pazza gioia!
Per dimagrire occorre individuare le abitudini sbagliate, modificarle e mantenerle nel tempo, anche dopo aver raggiunto l’obiettivo a breve termine che si è prefissato. Se non si cambia stile di vita, i chili persi si riprendono facilmente e in breve si torna al punto di prima, con un effetto ‘yo-yo’ che non finisce mai.
Imparare a dire “no”:
quante volte ci viene offerto qualcosa da mangiare e non riusciamo proprio a dire di no?
Un allenamento che può servire in generale nella vita è imparare a mettere qualche sano confine tra noi ed il mondo esterno, qualche paletto e qualche regola capaci di orientarci per il raggiungimento del nostro benessere psico-fisico.
Non combattiamo la “Fame nel Mondo”:
la sindrome della fame nel mondo non è altro che un senso di colpa che assale chi non riesce assolutamente a sprecare nessun tipo di alimento.
I sintomi sono, ad esempio, non riuscire a lasciare niente nel piatto (andrebbe sprecato), non riuscire a lasciare niente nella pentola (altrimenti va buttato), non riuscire a lasciare niente nel piatto degli altri (altrimenti è un peccato).
Il senso di colpa si sviluppa nella nostra mente dopo anni e anni di frasi sentite in famiglia che suonano come: “Non pensi ai bambini in Africa che muoiono di fame?”, oppure: “Il cibo non si spreca, lo abbiamo pagato!”.
Tutte frasi giuste, ma che creano nella mente di chi le sente un atteggiamento non corretto nei confronti del cibo (cioè che gli alimenti devono essere mangiati sempre e comunque, anche quando siamo già sazi).
Soluzione a questo dilemma: il messaggio passata dalla famiglia va relativizzato riflettendo sul fatto che, se è vero che esiste il problema della fame del mondo, esso non è strettamente legato a ciò che non si riesce a finire di mangiare, ma magari –piuttosto- all’aver cucinato più del necessario. Il dover mangiare più di quanto abbiamo effettivamente bisogno danneggia la nostra salute.